Un’oasi naturale da scoprire a piedi, in bici o su un battello. Un sorprendente eden di placide acque circondate da una rigogliosa vegetazione e fauna selvatica. L’insospettato autore di tanta bellezza, è l’Arno.

Foto di Alessandro Giusti

Un inaspettato scrigno di natura e biodiversità si svela nel cuore del Valdarno. Il fiume Arno nel tratto compreso tra il Ponte del Romito e il Ponte dell’Acqua Borra, si stenta a riconoscerlo e forma un ambiente di particolare pregio naturalistico e bellezza, tutelato dall’area protetta denominata Riserva naturale Valle dell’Inferno e Bandella

Un nome e due leggende
La splendida vallata che accoglie una natura florida, porta un nome che suscita più terrore che meraviglia e che trova la sua origine nella leggenda secondo la quale Dante Alighieri, proprio nel tratto dell’Arno che lambisce questa terra, incontrò Caronte, il traghettatore che faceva attraversare il fiume ai viandanti, e qui vi trovò anche ispirazione per i paesaggi della sua magna opera, la Divina Commedia. 

La valle è a tratti impervia e oggi vede scorrere placidamente il fiume Arno grazie alla costruzione della diga di Levane negli anni ’50, realizzata per la produzione di energia elettrica. Difatti prima dell’edificazione della diga, le acque erano impetuose in questo tratto, tanto da far risalire l’origine del nome anche a un’altra leggenda, che narra di barcaioli che fronteggiavano con difficoltà le rapide del fiume per trasportare il legname dal Casentino a Firenze e Pisa, intimoriti dalla natura di questi luoghi. 

La biodiversità dell’area umida
La diga, oltre ad aver “addomesticato” le correnti dell’Arno, ha originato un lago al cui bordo vede formarsi l’Ansa della Bandella, una zona paludosa che ospita una ricca avifauna, un’oasi dall’alto valore naturalistico.   

La Valle dell’Inferno accoglie una grande varietà di habitat, dai rigogliosi boschi di querce che ricoprono le pareti, ai corsi d’acqua, alle calme aree palustri, calme solo in apparenza, in realtà brulicano di vita.

Tali ambienti naturali ospitano molte specie vegetazionali e faunistiche, soprattutto avifaunistiche come l’airone cenerino e quello rosso, la garzetta, il martin pescatore, lo svasso, il cavaliere d’Italia, la nitticora, mentre a volteggiare nel cielo si possono avvistare il nibbio bruno, il falco di palude, l’immancabile poiana. Nell’aree boschive invece non è difficile scorgere ungulati come caprioli e cinghiali, volpi, istrici, lepri e una specie rara di anfibio, appartenente all’ordine degli urodeli, la salamandrina dagli occhiali.

Le attività outdoor nella riserva
Un vero paradiso per chi ama praticare il birdwatching, ma anche per chi è appassionato di escursioni nella natura e attività outdoor.

Nell’area sono molti i sentieri escursionistici che si snodano tra i boschi e le suggestive campagne circostanti, da intraprendere a piedi per lunghe ed entusiasmanti giornate all’insegna di trekking e natura o anche in bicicletta.

Un ciclo percorso di circa 29 chilometri adatto a tutte le tipologie di bici, stradale, mtb, e-bike e gravel, attraversa la riserva naturale e non solo, l’anello interessa anche graziosi borghi come Il Borro. Per scoprire una natura sorprendente ed effettuare soste del gusto che profumano di gourmet, scoprendo così anche l’enogastronomia locale.

Inoltre per una river experience autentica, è possibile visitare la riserva a bordo di un piccolo battello e in compagnia di una guida che sapientemente svelerà i segreti della valle. Un’esperienza che è possibile prenotare tramite il centro visite della riserva, sito in località Monticello, nel comune di Terranuova Bracciolini, che fornirà anche informazioni sugli itinerari e le visite guidate.

Crediti fotografici: Alessandro Giusti 


Per informazioni:
Servizio Parchi e Riserve Naturali Provincia di Arezzo
tel. 0575 3161

Centro Visite della Riserva
tel. 393 8353089